Economia digitale e innovazione in Italia: lo stato dell’arte

di Giorgia Amato, Team Area Analytics 

 

L’emergenza sanitaria ha accelerato la trasformazione digitale delle attività economiche, nella Pubblica Amministrazione e dell’istruzione fornendo l’occasione all’Italia per divenire un paese più efficiente e maggiormente performante. Il valore strategico dell’innovazione e della digitalizzazione è centrale nell’agenda pubblica ed oggi la sfida è capitalizzare e valorizzare la trasformazione tecnologica avvenuta durante il lockdown in maniera strutturata, permanente ed inclusiva.

Il mercato digitale in Italia nel biennio 2017-2019 è cresciuto del 4.5%, più dell’economia nel suo complesso. È interessante verificare come si sono strutturati gli investimenti in innovazione e come l’Italia si è posizionata rispetto alla media dei Paesi EU. Le imprese italiane hanno innovato in percentuali maggiori della media EU in tutti i settori: in particolare più della metà delle imprese operative nel manifatturiero dichiarano di aver sviluppato o introdotto innovazioni di prodotto, servizio o processo.

 

Imprese (%) italiane che hanno dichiarato di aver introdotto e/o sviluppato almeno una innovazione di prodotto, servizio o processo per settore di impiego

 

 

 

 

 

I dati del 2018 raccolti dalla BEI (Banca Europea per gli Investimenti) mostrano che le imprese italiane stanno progressivament

e allineando la loro quota di investimenti al trend delle imprese europee. Inoltre, l’Italia supera la quota investimenti in ricerca e sviluppo europea per tutti i settori, il manifatturiero si attesta come il settore leader rimarcando il suo ruolo chiave per l’economia italiana. Circa gli investimenti in software, analisi dati e settore IT le imprese italiane seguono la tendenza europea, con l’eccezione del nostro settore dei servizi che investe invece in maniera più massiccia. L’area della formazione invece sembra essere quella maggiormente sofferente, le imprese infatti investono di sotto della media EU per tutti i settori analizzati.

 

Quota investimenti in Italia ed Europa per settore

 

 

 

 

La BEI propone l’indagine anche sulle prospettive future di investimento delle imprese. I dati confermano la maggiore propensione delle grandi e medie imprese all’investimento rispetto a quelle di piccole e micro dimensioni. Il rinnovamento di strutture esistenti, macchinari e servizi IT rappresenta l’area in cui si concentrano i maggiori investimenti, seguono le aree concernenti lo sviluppo di nuovi processi, prodotti e servizi e l’espansione di capacità di prodotti e servizi già esistenti. Le piccole imprese concentrano la quota di investimenti nello sviluppo di nuovi processi, prodotti e servizi al fine di aumentare la loro competitività. Tuttavia, la quota di imprese di piccole e micro dimensioni che dichiarano di non aver pianificato alcun tipo di investimento resta comunque preponderante.

 

Quota investimenti in Italia per area strategica e dimensione di impresa

 

 

 

Ma perché le imprese non pianificano investimenti?

Dal grafico di seguito emerge che il maggior vincolo alla pianificazione degli investimenti sembra essere proprio l’incertezza futura, che desta preoccupazioni a tutti i settori di impresa. Più di un’impresa su tre invece dichiara di sentirsi ostacolata dalla inadeguatezza delle infrastrutture e quasi 4 imprese su 10 invece sembrano non investire in quanto hanno difficoltà a trovare personale adeguato alle mansioni richieste. Anche la disponibilità economica gioca un ruolo chiave nella decisione di investimenti futuri per tutti i settori dell’economia.

 

Maggiori ostacoli agli investimenti di lungo periodo per settore di impiego

 

 

 

 

Dai dati emersi dalla survey condotta da BEI si evince che le imprese italiane stanno convergendo verso il comportamento di investimenti della media EU. Gli investimenti in innovazione e digitalizzazione favoriscono la competizione delle imprese e rappresentano dei settori strategici per il posizionamento del mercato italiano in ottica globale. Ma come si distribuiscono gli investimenti nel mercato digitale all’interno del nostro paese? Le mappe evidenziano la variazione percentuale degli investimenti nel mercato digitale dal 2017 al 2019 per regione e gli investimenti espressi in milioni di euro per l’anno 2019 e 2017. Le regioni che sono cresciute meno in termini di investimenti nel mercato digitale sono l’Abruzzo e le Isole, mentre quelle che hanno aumentato considerevolmente la quota di investimento sono la Lombardia e il Trentino Alto Adige. In termini assoluti il Molise e la Val D’Aosta sono le regioni che nel 2019 hanno investito meno, rispettivamente 228 e 146 milioni di euro, mentre la Lombardia e il Lazio si attestano sui livelli più elevati con 17.894 e 11.823 milioni di euro di investimento nel mercato digitale.

 

Investimenti nel mercato digitale per l’Italia per regioni (anni 2017 e 2019)

 

 

 

 

L’Italia complessivamente ha investito il 4.7% in più nel 2019 rispetto al 2017 nel mercato digitale, indicando dunque che innovazione e digitale rappresentano settori strategici nell’agenda pubblica italiana.

 

Valorizzare e strutturare gli sforzi derivati dalla gestione dell’emergenza dovuta alla pandemia globale, al fine di trasformare l’economia italiana, rinnovarla, nonché facilitare la convergenza digitale tra le regioni, saranno le sfide che ci aspettano nell’immediato futuro.

 

Fonte BEI (2019), elaborazione IWS Consulting

 

 

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Redazione 4 Agosto 2020 0 Comments

La gestione dei contenuti dati utente Personali o Aziendali e i rischi.

La gestione dei contenuti dati utente Personali o Aziendali e i rischi

di Christopher Shelton-Agar, Data Rover Director

 

In questo articolo evidenziamo le differenze tra l’approccio tradizionale della gestione delle quote di archiviazione rispetto alle esigenze che le aziende hanno oggi su come assumere il controllo, e trarre il massimo dei benefici in termini di Business, sull’enorme mole di dati generati dagli utenti che naturalmente non strutturati.

 

Sintesi

 

 

La realtà vissuta attualmente nelle aziende, indipendentemente dalle dimensioni, dal luogo di lavoro o dal settore di attività in cui operano, necessitano di uno spazio di storage prontamente disponibile e affidabile, per archiviare i dati in modo da gestire correttamente e sviluppare le proprie attività.

 

Immaginate che solo pochi decenni fa i dati aziendali erano cartacei; ora invece tutto è memorizzato in file elettronici che possono essere facilmente spostati o consegnati, alla velocità della luce, in qualsiasi luogo e a qualsiasi destinatario. Questa forse può considerarsi come una meravigliosa evoluzione della tecnologia e della comunicazione, ma questa evoluzione si porta dietro un insieme completamente nuovo di pericoli e rischi.

 

Lo spazio di archiviazione è diventato essenzialmente molto più economico. Tuttavia, bisogna tenere conto che le esigenze e/o l’utilizzo dello spazio richiesto nelle aziende è in costante aumento. Quindi, in realtà, i costi per le aziende sono come in precedenza, se non maggiori. La gestione dei dati non strutturati e il suo contenuto è tutta un’altra storia. La stragrande maggioranza delle aziende ha poca o nessuna idea di quali dati possieda in realtà e di cosa è responsabile.

 

Mentre il mondo si muove progressivamente verso un ambiente molto sensibile alla proprietà dei dati, in cui privacy e protezione sono diventati la chiave contro l’ostilità proveniente da ransomware, virus, malware e terrorismo IT, vediamo chiaramente che la richiesta di gestione dello storage sta cambiando: da un controllo stretto sullo spazio puro consumato e un metodo per limitare lo spreco, ad un esame molto più raffinato di quello che si trova effettivamente all’interno dello spazio disponibile e dell’eventuale utilizzo dei suoi contenuti.

 

Dunque, quello che è importante capire prima di ogni altra cosa è che, al giorno d’oggi, il rischio aumenta se questo contenuto viene lasciato incustodito…

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Redazione 20 Febbraio 2019 0 Comments

La sicurezza dei dati dei nostri clienti al primo posto: presentiamo la soluzione DataRover

La sicurezza dei dati dei nostri clienti al primo posto: Iws Consulting in partnership con Data Rover per la CyberSecurity

 

Oggi nelle aziende è fondamentale per la gestione del Business applicare politiche intelligenti di gestione dei dati, controllare e tenere traccia dei dati e dei contenuti generati dagli utenti, nonché rispettare le Conformità regolatorie (SOX, HIPPA, PCI, GDPR, GLB, FERC/NERC, GDPR, SOX..) aiutare a rafforzare un modello “Least privilege”.

 

 

Assume grande rilevanza scoprire e correggere I file di configurazione pericolosi o inesatti; rintracciare, identificare e prevenire la fuga di dati sensibili e delicati, oppure comportamenti inadeguati degli utenti; filtrare i dati che vuoi condividere all’interno della tua azienda; distinguere e classificare i tipi di dati per conformità legale, governance, età, e ridondanza, ma soprattutto prevenire attacchi hacker di qualsiasi entità.

 

Data Rover™ è la soluzione per gestire e proteggere i dati generati dagli utenti su qualsiasi File System: una tecnologia all’avanguardia per sfruttare al massimo le potenzialità dei dati posseduti e la gestione sicura degli stessi. Data Rover™ è il mezzo con il quale si possono individuare le informazioni di valore e gestire anche l’accesso e le autorizzazioni a raggiungerle.

 

Data Rover™ colma il divario tra la gestione degli utenti e contenuti, sicurezza dei dati e infrastruttura. Con Data Rover™ si può gestire lo storage aziendale e dei dati utente, per consentire ai manager, agli amministratori, ai responsabili dei reparti e agli utenti aziendali di ottenere una visione completa su quanto memorizzato in condivisione e sui file aziendali.

 

Con Data Rover™ l’amministratore decide come smistare le informazioni ai diversi gruppi di lavoro e alle singole unità aziendali. L’obiettivo è ottenere il controllo totale sui dati utente e sui “dark data” presenti nell’azienda.

 

 

L’architettura Data Rover™ si basa principalmente su:

  • Una console esclusivamente web-based
  • Tecnologie web-based ben supportate
  • Linux sicuro, alimentato da dispositivo virtuale o fisico
  • Nessun accesso diretto ai componenti del dispositivo interno (incluso il database)
  • Crittografia di volumi multipli e di grande entità
  • Smart-routing peer-to-peer tra i nodi Data Rover™ (agents inclusi)
  • Architettura super-semplice
  • Comunicazioni esclusivamente HTTPS

 

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Redazione 27 Ottobre 2017 0 Comments