Archiviato! La tech-metodologia per la corretta archiviazione di dati e documenti.

Oggi la digital transformation comporta per tutte le aziende la necessità di adottare nuovi modelli organizzativi e di valutare una miriade di soluzioni offerte dal mercato nell’ambito della gestione documentale.

 

Avete sempre più spesso la sensazione di non gestire perfettamente i vostri documenti aziendali? La vostra maggiore preoccupazione è quella di rendere efficienti processi e workflow, mentre i file sui vostri computer aumentano pericolosamente, rendendo necessari continui controlli sugli accessi e sul trattamento dei relativi dati?

 

Vi siete chiesti come andrebbero archiviati i documenti e se sia sufficiente creare delle cartelline di volta in volta quando servono, senza criteri condivisi con i colleghi?

 

E’ per rispondere a queste domande, ormai prioritarie, che nasce la soluzione tech-metodologica Archiviato!

 

Archiviato! nasce dalla convinzione che per affrontare queste esigenze, occorrano validi sistemi di archiviazione che devono essere economici, intuitivi, facili da implementare ed usare; che siano utilizzabili da qualsiasi device aziendale, anche fuori dall’ufficio.

 

Secondo diversi importanti studi effettuati in questi ultimi anni, le aziende che hanno introdotto un adeguato metodo digitale di gestione documentale, hanno ottenuto i seguenti riscontri: 30% in riduzione dei costi di gestione; il 50% in meno di errori manuali; incremento della produttività del 40%; 12% di tempo risparmiato nel recupero di documenti.

 

Sappiamo bene che sul mercato esistono molti software che vantano caratteristiche tecnologiche idonee alla gestione documentale, ma nessuno di essi integra una metodologia standardizzata sulla corretta archiviazione dei documenti e dei dati in essi contenuti.

 

Archiviato! vuole colmare questa assenza metodologica, dando rilevanza all’adeguato trattamento di tutto quello che identifichiamo con la parola “dato”.

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Redazione 23 Giugno 2019 0 Comments

CFS – Soluzione di Gestione Documentale per la Consulenza del Lavoro

CASE STUDY

 

CFS – Soluzione di Gestione Documentale per la Consulenza del Lavoro

 

Il cliente, uno studio specializzato nella consulenza del lavoro, ha manifestato l’esigenza di riorganizzare la propria gestione documentale a partire dall’implementazione di un sistema on cloud che potesse accogliere la documentazione digitale prodotta e scambiata nel corso delle attività di lavoro.

 

FINALITÀ DEL PROGETTO

 

I nostri specialisti hanno effettuato un’analisi finalizzata alla produzione di una struttura logica di riferimento per l’organizzazione dell’archivio digitale dei contenuti, che avesse come caratteristiche principali la flessibilità, la facile consultabilità e la veloce fruizione da parte dei referenti dello studio, nonché rispondente alle esigenze lavorative definite precedentemente.

 

La struttura realizzata rappresenta l’archivio dello studio, i fascicoli dentro cui confluisce la documentazione del cliente, consultabile sempre e ovunque perché On Cloud.

 

 

VANTAGGI E BENEFICI

 

L’obiettivo realizzato è stato quello di fornire una soluzione affidabile, facile da implementare nei processi aziendali di una piccola e media impresa, rapida da gestire e che abbia un costo contenuto.

 

Con il Content Flow Service è possibile migliorare la gestione del Business aziendale, dall’automatizzazione dei processi, fino all’archiviazione e alla protocollazione dei documenti; con la tranquillità di non dover cambiare successivamente sistema in quanto il Content Flow Service si adatta all’aumento del volume dei documenti prodotti.

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Redazione 28 Marzo 2019 0 Comments

CONTENT FLOW SERVICE PRESENTE AL PROSSIMO “FATTURARE DIGITALE 2018”.

COMUNICATO STAMPA

 

PRESENTAZIONE DEL FRAMEWORK CFS – CONTENT FLOW SERVICE PER LA GESTIONE DEI FLUSSI DI LAVORO ALL’EVENTO NAZIONALE “FATTURARE DIGITALE 2018”.

 

Roma 22 ottobre 2018 – Il Content Flow Service, Framework multidimensionale, multi tecnologico e dinamico sarà protagonista dell’evento “Fatturare Digitale 2018” per due diverse tappe: 22 novembre a Bologna e 29 novembre a Roma.

 

Il Content Flow Service, sviluppato da Iws Consulting, società di consulenza informatica, è la risposta all’esigenza ormai primaria di gestire in maniera digitale ed automatizzata i processi di fatturazione attiva e passiva, comprensivi della gestione dei libri contabili attraverso un flusso che includa anche la conservazione a norma on Cloud.

 

Un aspetto importante è quello dell’implementazione dell’App del Content Flow Service sugli strumenti di lavoro abituali come la multifunzione e lo smartphone: grazie alla collaborazione con E servizi Spa per il centro, e Mac and More per il nord Italia, veri e propri Global Solution Provider di Xerox in grado di rispondere alle diverse esigenze di soluzioni documentali, è stato possibile implementare il CFS sulle innovative Xerox ConnectKey, tecnologia che rappresenta il moderno assistente intelligente per l’ufficio.

 

Oltre allo spazio nell’area espositiva, ci sarà la possibilità di partecipare al programma di interventi. Verrà presentato un Case Study dal titolo “Dalla stampante all’App, come gestire in modo innovativo il flusso della fatturazione elettronica” che ha previsto la realizzazione di workflow per la gestione delle fatture elettroniche tra imprese private e la conservazione elettronica a norma. Per raggiungere questo obiettivo è stato proposto al cliente il Content Flow Service, nella versione “Business”, con i suoi moduli di consulenza di processo (Records Management Layer) e di configurazione prodotto.

 

«”Le invenzioni umane marciano dal complesso al semplice, e la semplicità è sempre la perfezione” diceva Alexandre Dumas… e così circa 2 anni fa nasceva il CFS – Content Flow Service – dice Andrea Capitani, il General Manager di IWS Consulting – sul quale abbiamo lavorato e stiamo lavorando per rendere sempre più ampie le sue possibilità di applicazione; per rispondere alle necessità molteplici in tema di digitalizzazione dei flussi aziendali. Vogliamo cogliere l’opportunità dell’evento “Fatturare Digitale” per metterci alla prova, dopo aver portato a termine diverse tipologie di progetti, far conoscere ad una ampia platea questa idea innovativa, unica nel suo genere nel vasto e saturo mercato del Document management System, e che sta raccogliendo già diversi consensi».

 

Per ottenere lo sconto del 25% sul biglietto d’ingresso scrivi a cfs@iwsconsulting.it (opzione valida solo per le prime 8 prenotazioni ricevute).

Link: http://www.contentflowservice.it/

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Redazione 23 Ottobre 2018 0 Comments

Creazione dei flussi per la gestione della fatturazione elettronica.

CASE STUDY

 

Titolo: Creazione dei flussi per la gestione della fatturazione elettronica, ciclo attivo e passivo, a norma e on Cloud.

Il progetto seguito dal team di Iws Consulting ha previsto la realizzazione di workflow per la gestione delle fatture elettroniche tra imprese private e la conservazione elettronica a norma. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo proposto il nostro framework Content Flow Service, nella versione “Business”, con i suoi moduli di consulenza di processo (Records Management Layer) e di configurazione prodotto (Content Flow Service powered by Arxivar).

 

Esigenza del cliente:

Il cliente ha espresso l’esigenza di gestire in maniera digitale e automatizzata i processi di fatturazione attiva e passiva, comprensivi della gestione dei libri contabili attraverso un flusso che includesse anche la conservazione a norma on Cloud.

 

Per il cliente abbiamo gestito, organizzato e digitalizzato i seguenti volumi di fatturazione annuali:

  • circa 60.000 fatture attive, di cui 12.575 verso l’Italia e il resto verso Paesi esteri;
  • circa 15.000 fatture passive.

 

Di seguito il workflow per la fatturazione attiva e passiva:

 

 

 

 

 

 

Obiettivi raggiunti:

Tutti i requisiti del cliente sono stati realizzati, ma la vera sfida è stata quella di dover gestire anche i caratteri internazionali come ad esempio gli ideogrammi cinesi.

Valore aggiunto:

La fatturazione elettronica permette un risparmio notevole, in termini di costi e di tempi, dovuto alla maggiore efficienza dei processi. Il valore aggiunto della soluzione proposta è stato nel proporre non solo il vantaggio dell’automazione del processo di gestione e conservazione delle fatture, ma nell’ottimizzazione dei processi stessi consolidata nella fase consulenziale, propedeutica ad ogni nostro progetto di gestione documentale. Il vantaggio del Content Flow Service è la completezza del framework che unisce la consulenza al prodotto, garantendo soluzioni tecnologiche basate sulla qualità delle competenze sulle norme e sulle procedure della gestione documentale in ogni suo aspetto.

 

 

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Redazione 13 Giugno 2018 0 Comments

Soluzione Content Flow Service per settore automotive

CASE STUDY

 

Soluzione Business del Content Flow Service per settore automotive.

 

 

Iws Consulting ha realizzato la digitalizzazione di un flusso molto importante per l’area vendita del settore automotive.

 

Finalità del progetto

Dematerializzazione integrale del flusso di vendita in tutte le sue componenti di processo e documentali. Creazione del “Fascicolo digitale di vendita” contenente tutti i documenti relativi al flusso, con eventuali partizioni interne come, per esempio, il “sottofascicolo digitale del finanziamento”. Attivazione di automatismi nel flusso di lavoro mediante strumenti avanzati per l’approvazione di fasi di processo, uso della firma elettronica o digitale, archiviazione automatica dei documenti.

 

Vantaggi e benefici:

L’idea è quella di dare una soluzione affidabile, facile da implementare nei processi aziendali di una piccola e media impresa e/o organizzazione, rapida da gestire, con un costo contenuto. Con il Content Flow Service si migliora la gestione del Business aziendale, dall’automatizzazione dei processi, fino all’archiviazione e protocollo dei documenti. E nel dettaglio:

 

  • Eliminazione completa, o riduzione del numero, di stampe e di copie cartacee prodotte a uso interno;

 

  • Valorizzazione dei sistemi gestionali già in uso mediante connettori con il sistema di gestione documentale e BPM della soluzione che sarà implementata;

 

  • Introduzione del concetto di pratica elettronica;

 

  • Maggiore rapidità e facilità nello svolgimento del lavoro ordinario;

 

  • Certezza del dato in termini di originalità, integrità, immodificabilità, autenticità, leggibilità e recupero nel tempo;

 

  • Tutela della privacy sotto ogni aspetto e per ogni attore del processo interessato;

 

  • Coordinamento integrato tra gli Uffici e gli Attori coinvolti in una logica di processo con competenze, tempistiche e modalità definite;

 

  • Introduzione di strumenti elettronici avanzati come firme elettroniche e/o digitali, processi autorizzativi/di rifiuto;

 

  • Controllo delle tempistiche di attività secondo una logica di task e di carico di lavoro;

 

  • Costituzione di un “archivio digitale”;

 

  • Rapidità e certezza nel reperimento delle informazioni ricercate;

 

  • Standardizzazione del processo di vendita dal preventivo alla consegna della vettura.

 

 

La Gestione Dell’Informazione e dei documenti:

 

Fascicolo digitale

Documenti e informazioni inerenti a una stessa pratica di vendita dell’autoveicolo (offerte, documenti personali, contratti, fatture, mail, etc.) sono organizzati in un fascicolo fruibile da tutti gli utenti interessati secondo precisi diritti di accesso (es. Commerciale, amministrazione, officina, agenzie esterne, etc.).

 

Archiviazione

Qualsiasi documento, anche proveniente dai vari sistemi informativi che l’azienda utilizza (ERP/Gestionali, CRM, Sistemi Qualità, etc.), può essere archiviato, incluse le informazioni destrutturate ricevute via mail e PEC. La soluzione permette inoltre l’acquisizione tramite scansione di documenti cartacei.

 

La pratica di vendita

La soluzione permette di gestire tutte le fasi che compongono il processo di vendita di un autoveicolo (dalla sottoscrizione del contratto di vendita alla consegna della vettura al Cliente). Un fascicolo digitale contiene tutti i documenti acquisiti (contratto, documenti personali, pagamento, libretto di circolazione, etc.), e viene gestito tramite task sulla “scrivania virtuale” degli utenti coinvolti nel processo. Le varie attività sono guidate e monitorate secondo logica di processo.

 

 

Esempio di WorkFlow sul processo di Vendita:

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Redazione 24 Maggio 2018 0 Comments

Soluzione Lite del Content Flow Service per una azienda operante nel building.

CASE STUDY

Soluzione Lite del Content Flow Service per Todini Costruzioni Spa. per il protocollo informatico.

 

 

Iws Consulting ha realizzato l’applicazione pratica per Todini Costruzioni S.p.A. automatizzando in pochi giorni l’attività di registrazione di protocollo della corrispondenza.

 

Esigenza del cliente:

Il cliente aveva la necessità di dematerializzare il Registro del Protocollo, nello specifico l’attività di registrazione di protocollo della corrispondenza in entrata e in uscita, in modalità digitale e su supporto analogico.

 

Dopo aver analizzato l’organizzazione aziendale della Todini Costruzioni, si è preferito un approccio di graduale processo di informatizzazione delle attività di protocollazione e dei flussi documentali collegati, dunque il modello organizzativo proposto, totalmente centralizzato, è risultato il più idoneo per una efficiente gestione documentale interna. Successivamente, quando si renderà necessaria un’estensione dell’analisi ai flussi documentali gestiti dai cantieri, si potrà prendere in considerazione un’eventuale revisione del modello proposto.

 

Il cliente è rimasto soddisfatto delle funzionalità e della flessibilità della piattaforma che copre tutti i requisiti richiesti e individuati durante l’analisi archivistica. Lo sviluppo della piattaforma permette non solo una estrema customizzazione, ma soprattutto la gestione autonoma delle attività da parte del cliente dopo aver usufruito della assistenza per la configurazione iniziale del sistema e della formazione erogata direttamente dal personale specializzato di IWS. Quello che caratterizza lo sviluppo della piattaforma è il Records Management Layer, anello di congiunzione per la messa in opera del Framework Content Flow Service. Ogni registrazione di protocollo informatico produce un record nel sistema di gestione documentale che viene inserito in un database.

 

Valore aggiunto:

L’idea è quella di dare una soluzione affidabile, facile da implementare nei processi aziendali di una piccola e media impresa e/o organizzazione, rapida da gestire, con un costo contenuto. Con il Content Flow Service si migliora la gestione del Business aziendale partendo dall’automatizzazione dei processi, archiviando i documenti e infine protocollando la posta.

 

Il cliente non ha implementato solo un sistema tecnologicamente innovativo ed automatizzato, ma una metodologia di lavoro, analisi metadati, dati e processi documentali. L’evoluzione della gestione delle informazioni aziendali, integrata all’analisi dei processi. La rappresentazione dello strato semantico evolutivo, metodologico e normativo.

Ogni operazione di inserimento e modifica viene registrata inoltre su un file di log corredato da codici di controllo in grado di evidenziare eventuali tentativi di manipolazione. Da esso l’amministratore del sistema è in grado di ottenere l’elenco delle modifiche effettuate su una data registrazione, permettendo una completa ricostruzione cronologica di ogni registrazione e successiva lavorazione (smistamento, invio per conoscenza, restituzione, fascicolatura ecc.), ottenendo in dettaglio: nome dell’utente; data e ora; postazione di lavoro; tipo di operazione (inserimento / modifica / visualizzazione / cancellazione); valore dei campi soggetti a modifica.

 

Il cliente dunque con questo sistema potrà effettuare la registrazione differita di protocollo nel caso di temporaneo, eccezionale e imprevisto carico di lavoro e qualora dalla mancata registrazione di un documento potesse venire meno un diritto di terzi. Gli utenti di protocollo di Todini registreranno in modo avalutativo i documenti che rivestono un valore giuridicoprobatorio. La registrazione dei documenti informatici firmati digitalmente sarà eseguita successivamente alla verifica da parte degli addetti del protocollo dell’autenticità e provenienza della firma stessa.

 

Il Responsabile assegnerà al documento l’RPA. L’informativa della registrazione sarà resa immediatamente disponibile in due modalità attraverso un messaggio e-mail che il sistema di gestione documentale invia automaticamente alla casella di posta elettronica indicata dal Responsabile. I documenti informatici naturalmente potranno pervenire con le diverse modalità disponibili, come l’e-mail; tramite PEC, oppure su supporto rimovibile (Cd ROM, DVD, ecc.).

 

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Redazione 5 Aprile 2018 0 Comments

Il ruolo dell’archivista nell’epoca digitale

Qual è il ruolo dell’archivista nel tempo dei sistemi documentali digitali o, ancora e di frequente, “ibridi”? Cosa significa “cultura archivistica diffusa”? Proviamo a capire in questo intervento di Dario Altobelli* come le due cose siano non solo importanti, ma strettamente connesse!

 

*Dario Altobelli è Archivista senior della Ab-Archivibiblioteche, partner di Iws Consulting; Docente di Sociologia del Diritto presso l’Università Roma Tre.

 

 

Gian Antonio Stella, il noto editorialista del Corriere della Sera, ha di recente osservato che, per fare un giornale, per scrivere un buon articolo, occorrono gli archivi. Ai lettori che oggi chiamano i centralini delle redazioni dei vari quotidiani italiani, chiedendo di aiuto ai centri di documentazione: “Per favore, mi passa l’archivio?” Si risponde così: “Non abbiamo l’archivio! Per scrivere non serve mica un archivio! Tanto… c’è tutto su internet!” […] Una risposta che è pura follia: “figlia dell’idea balzana di certi manager” che non capiscono che per fare un giornale – e non solo un giornale, diciamo noi, ma anche, per esempio, per condurre un’azienda – occorre la memoria. Occorrono gli archivi![…] (“Tanto c’è tutto su Internet! Non è vero, occorrono gli archivi” di Gian Antonio Stella, pubblicato su 7 – settimanale del Corriere della Sera, del 8 marzo 2018).

 

Quindi, davvero servono archivi, archivisti e cultura archivistica nell’epoca digitale, nel tempo di internet, nell’epoca dei social network?  Noi pensiamo proprio di sì!

 

1. La figura professionale dell’archivista, oggi.

Dall’organizzazione delle modalità di lavoro alla relazione con l’utenza esterna o con un pubblico, dalle attese normative in termini di trasparenza, di tutela delle informazioni personali e di accesso agli atti alla centralità giuridico-probatoria delle registrazioni di protocollo, dalla predisposizione e aggiornamento degli strumenti archivistici alla corretta formazione dei documenti e sino alla loro affidabile conservazione nel tempo: questi, elencati in ordine sparso, sono solo alcuni tra i molteplici aspetti da considerare per comprendere come la funzione inerente alla gestione dei documenti e degli archivi richieda l’attività di personale qualificato e di professionisti per essere svolta adeguatamente.

 

Quando diciamo personale qualificato e professionisti della gestione documentale stiamo dicendo: archivisti!

 

L’insieme delle norme che regolano la gestione documentale per gli Enti pubblici italiani e lo standard UNI 11536: 2014 per la professione archivistica1 affermano, in modi diversi, l’indispensabilità di personale specializzato per la gestione documentale in ogni Organizzazione, sia pubblica che privata.

 

Se ciò non è possibile, buon senso vuole che almeno ci si affidi a qualificati servizi in outsourcing per tali finalità.

 

È da escludere, in ogni modo e senza deroghe, che tale funzione strategica e delicata sia affidata al caso, all’improvvisazione, alla buona volontà dei dipendenti – stile fai-da-te – o a personale professionalmente e culturalmente inadeguato.

 

Nell’opinione pubblica – ed anche in quella di molti archivisti! – l’archivista è inteso soprattutto come un professionista al quale è affidato il compito di custodire e valorizzare la documentazione di un Soggetto produttore, documentazione che sarà perlopiù su supporti cartacei. Corollari di questa immagine: l’archivista “ricostruisce” (ordina, inventaria, ricondiziona) complessi documentari compromessi per la loro consultazione e fruizione a causa di abbandono e trascuratezza protratti nel tempo da parte dei Soggetti produttori; l’archivista, un po’ come un bibliotecario, introduce studiosi o ricercatori ai patrimoni documentari e agli strumenti per la loro consultazione.

 

Niente di più vero, ma anche niente di più parziale: ritenere ancora oggi che l’archivista rivesta quasi esclusivamente questo ruolo ne mortifica il complesso profilo di umanista e professionista e consolida frusti stereotipi.

 

Al di là di quanto previsto dall’ottimo standard UNI 11536: 2014, nella pratica quotidiana dell’“archivio in formazione”2, questa figura professionale ha una preparazione solidamente edificata sulla dottrina archivistica, ma deve spaziare dalla dimensione giuridico-amministrativa a quella logico-matematica, dalla diplomatica all’informatica e alla sociologia delle organizzazioni, e oltre.

 

L’archivista che si occupa di documentazione corrente, il Records Manager come è chiamato nei paesi anglosassoni, assomma in sé molteplici competenze e conoscenze che, auspicabilmente, sa mettere a fattor comune con i colleghi dell’Ente presso cui lavora e, quando presente, all’interno di un servizio, ufficio, gruppo di lavoro o team multidisciplinare da lui coordinato e diretto per gli scopi e le finalità proprie della gestione documentale, che richiedono sempre un approccio inter-disciplinare.

 

2. Che significa “cultura archivistica diffusa”?

Accanto a questa istanza che si configura nei termini di una vera e propria “best practice”, vi è la conseguente e correlata importanza di una cultura archivistica diffusa nell’Ente.

 

Per gli Enti pubblici il legislatore, in tempi ormai remoti, aveva intravisto la delicatezza di questo punto e la necessità di procedere “con l’attivazione di un capillare programma di sensibilizzazione e di formazione, che in questo contesto assume un rilevante significato culturale” (Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 ottobre 1999 – Gestione informatica dei flussi documentali nelle pubbliche amministrazioni).

 

La sensibilizzazione e la formazione, che chiaramente il legislatore non limitava specificamente alla scienza archivistica, erano l’ultima azione da intraprendere dopo le prime tre:

  • l’individuazione e la nomina tra i dirigenti e i funzionari in organico di un responsabile del protocollo informatico in possesso di idonei requisiti professionali o di professionalità tecnico-archivistica;
  • l’individuazione delle grandi aree organizzative omogenee nel cui ambito operasse un unico sistema di protocollo;
  • infine, la costituzione di una specifica struttura per la gestione del protocollo informatico (il ben noto, quanto tuttora largamente assente nelle Pubbliche Amministrazioni, “Servizio per la tenuta del protocollo informatico e la gestione dei flussi documentali e degli archivi”).

 

Non avendo le PA ottemperato in molti casi a nessuno dei primi tre obblighi, non sorprende che il quarto di essi, più sottile e raffinato e inerente alla “cultura”, sia caduto nell’oblio.

 

Dal nostro punto di vista, lo spunto normativo è, però, importante perché dimostra come il tema di una “sensibilità” nei confronti delle tematiche inerenti alla gestione documentale – tematiche da intendersi in senso proprio come culturali, tecniche, giuridiche, etc. – fosse un obiettivo di primo piano e non un requisito accessorio demandato alla buona volontà degli interpreti.

 

Si può anzi sostenere che una cultura archivistica diffusa è centrale, oggi come allora, per la buona riuscita di innovazioni nella gestione documentale di un Ente sia pubblico che privato3.

 

Non se ne sente più molto parlare, ma è forse il caso di riprendere questo argomento con forza in tempi in cui il Piano Triennale 2017-2019 per l’informatica nella Pubblica Amministrazione deroga in modo preoccupante dai principi dell’archivistica e, quindi, anche dal fronte normativo più consolidato4; e le versioni del D.Lgs. 82/2005 Codice dell’Amministrazione Digitale continuano a susseguirsi a ritmi serrati, perdendo sempre più di comprensibilità, coerenza e applicabilità5.

 

Per cultura archivistica diffusa intendiamo, propriamente, l’insieme di alcuni elementi fondamentali necessari al personale di una Organizzazione, fra cui:

  • conoscenze di base della scienza archivistica: concetti e principi fondamentali; definizioni di documento, archivio, fascicolo etc.; principali strumenti archivistici; etc.
  • consapevolezza della rilevanza della gestione documentale con particolare attenzione ai profili implicati generali e di settore: amministrativi e giuridici, organizzativi e procedurali, fiscali ed economici, e così via;
  • conoscenze tecniche specifiche per lo svolgimento delle attività di lavoro: impiego degli strumenti archivistici e tecnologici; conoscenza delle procedure di competenza; etc.

 

Il raggiungimento di un livello accettabile di cultura archivistica diffusa è, in tutta evidenza, un obiettivo strategico verso cui indirizzare la cura di piani formativi adeguati e un risultato da difendere e mantenere nel tempo con appropriate modalità di aggiornamento e verifica delle conoscenze e competenze acquisite.

 

3. Una cara, vecchia conoscenza: l’archivistica

Attenzione: facciamo riferimento alla nozione di “cultura archivistica diffusa”, e non ad una generica cultura della o sulla gestione documentale. L’espressone “gestione documentale” ricalca quelle anglosassoni di “document management” o “records management”: forme di “gestione” che rientrano necessariamente nel dominio della scienza archivistica.

 

L’archivistica deve guidare ogni attività sul fronte documentale perché è la sola a seguire alcuni principi fondamentali che non si smetterà di ripetere, fra cui:

  • il documento è sempre parte di una catena di altri documenti ai quali è legato da un vincolo;
  • il significato e il valore di un documento sono conferiti dai diversi “contesti” – giuridico-amministrativo, di provenienza, procedurale, documentale e tecnologico6 – del quale è parte integrante;
  • il documento e la catena di cui fa parte sono il riflesso di un’attività, il “precipitato” e la manifestazione dell’atto a partire dal quale sortiscono effetti esplicantesi su molteplici ambiti.

 

Da questo punto di vista, l’archivista ha sempre ben chiaro il focus sulla temporalità e sul ciclo di vita della documentazione e l’archivistica, particolarmente nell’ambito dell’archivio corrente, ha lo statuto di una scienza prima inter pares.

 

La prospettiva storica, che è parte del metodo archivistico come metodo scientifico, si declina nella gestione documentale corrente come sguardo prospettico sulla linea mobile dell’orizzonte degli eventi: capacità di prevedere, in qualche modo, gli esiti di una produzione documentale che professionisti di altri settori tendono a vedere unicamente secondo prospettive parcellizzate sia cronologicamente che funzionalmente, o ignorano del tutto, con i risultati che è possibile riscontare facilmente in qualsiasi Ente pubblico o privato: assenza di un controllo sulla produzione documentale; assenza di strumenti di gestione delle masse di documenti e dati; difficoltà se non impossibilità nel reperimento della documentazione e dell’informazione ricercate; elevati costi di gestione e tempi di lavoro dilatati da ridondanze procedurali; e molto altro che l’esperienza testimonia.

 

4. Conclusioni

Si comprende facilmente perché in una Organizzazione, sia pubblica che privata, alla figura di uno o più archivisti in organico, adeguatamente formati, competenti e capaci, debba sempre accompagnarsi una cultura archivistica diffusa fra i dipendenti. La promozione di tale cultura è in definitiva uno dei compiti propri dell’archivista di ogni organizzazione.

 

Non si sottolineerà mai abbastanza l’importanza di questo punto che costituisce uno dei requisiti più importanti per la migliore gestione documentale.

 

Solo se si afferma e si mantiene nel tempo una cultura archivistica, che si tradurrà in sensibilità condivisa per la corretta gestione documentale, è possibile ottenere quei risultati che danno atto dell’importanza dell’archivistica come moderna scienza della documentazione e dell’informazione in contesto.

 

Risultati anche in termini di risparmio economico: per fare solo un paio di esempi, i tempi di reperimento di informazioni e dati sono drasticamente ridotti grazie ad adeguati sistemi di classificazione e fascicolazione correttamente impiegati; gli spazi di conservazione sono razionalizzati e ottimizzati (sia in termini di metri lineari che di terabyte di memoria!) grazie a corretti e puntuali piani di conservazione della documentazione.

 

Inoltre, una cultura archivistica diffusa in una Organizzazione costituisce un presupposto non secondario per l’affermazione e il rispetto dei principi di democrazia, di trasparenza e di certezza degli atti dell’Organizzazione stessa sia nei confronti dei suoi utenti interni sia nei confronti di un’utenza (o clientela) esterna.

 

In questa prospettiva si comprende come, per esempio, la pubblicazione dell’elenco dei procedimenti amministrativi per gli Enti pubblici costituisca solo un aspetto – e diremmo l’esito e non il punto di partenza – di un fronte più ampio connesso alla centralità della gestione documentale7. Lo stesso si dica per quanto riguarda l’adozione di strumenti di registrazione di protocollo a norma o rispetto alla pubblicazione degli atti rilevanti per i quali vi sono obblighi di pubblicità che, per motivi diversi che non occorre richiamare, interessano oggi sempre più anche le Organizzazioni private.

 

Per concludere, alle domande che ci siamo posti all’inizio possiamo rispondere in modo affermativo: nell’epoca digitale, l’archivista, o Records Manager, è il protagonista della gestione documentale e la diffusione di una cultura archivistica è un requisito indispensabile per l’efficacia e l’efficienza del sistema informativo dell’Organizzazione e del suo archivio.

 

1 UNI 11536: 2014Qualificazione delle professioni per il trattamento di dati e documenti – Figura professionale dell’archivista – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza.
2 L. Sandri, L’archivistica, “Rassegna degli Archivi di Stato”, XXVII, 1967, pp. 411-42, p. 412.
3 Cfr. ISO 15489/2 Information and documentation – Records management – Part 2: Guidelines – 2.3.2. Authorities and responsibilities within the organization: ove si afferma il principio di una competenza e di una responsabilità diffuse riguardo alla gestione documentale.
M. Guercio, Conservazione elettronica, Guercio: “Nuove regole aprono scenari incerti”, 2 agosto 2017 (https://www.agendadigitale.eu/documenti/guercio-nuove-regole-della-conservazione-digitale-aprono-scenari-incerti/).
L’emanazione del “Nuovo CAD” ha suscitato un dibattito, tuttora in corso, del quale segnaliamo alcuni interventi: G. Penzo Doria, Il nuovo “Mega-Meta-Motore di ricerca” della PA? No grazie, 20 settembre 2017, (https://www.agendadigitale.eu/documenti/il-nuovo-mega-meta-motore-di-ricerca-della-pa-no-grazie/); A. Lisi, Nuovo CAD. Il ‘Codice’ è fatto, ma l’amministrazione digitale resta sospesa, 13 dicembre 2017 (https://www.key4biz.it/cad-codice-lamministrazione-digitale-resta-sospesa/207739/); M. Iaselli, Codice dell’amministrazione digitale: l’ennesima riforma in Gazzetta. Nota, “Altalex”, 16 gennaio 2018 (http://www.altalex.com/documents/leggi/2018/01/15/modifica-cad).
L. Duranti, Verso una teoria archivistica di conservazione digitale: i risultati concettuali del progetto InterPARES, “Archivi”, a. I-n.1, gennaio-giugno 2006, pp. 75-97, p. 80 n. 14.
Si veda in tal senso il concetto di “principio di documentalità” in G. Penzo Doria, Affari, attività e procedimenti amministrativi delle università italiane, in G. Penzo Doria (a cura di), I procedimenti amministrativi delle università italiane, Edizioni Università di Trieste, 2017, pp. 137-169.

 

Fonte originale: https://www.linkedin.com/in/dario-altobelli-55477696/detail/recent-activity/posts/

 

 

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Redazione 8 Marzo 2018 0 Comments

Iws Consulting a Smau Ict 2017 per AbleTech-Arxivar

Vi riproponiamo un abstract dell’intervento di Angela Tassone, Responsabile Marketing & Comunicazione di Iws Consulting, allo Smau Ict di Milano presso lo stand di AbleTech Arxivar.

 

“Avete mai pensato che la fotografia sta nell’occhio del fotografo e non solo nella macchina fotografica? Avete mai pensato che la medicina è fatta dalla mente che guida la mano del medico? Avete mai pensato che la bontà di un dolce deriva dalla sapienza del pasticciere nel dosare gli ingredienti e non solo dal forno che usa?

 

Ecco nel campo dell’informatica oggi credo che a fare la differenza sia il dosaggio giusto tra la tecnologia utilizzata, la mente che sta dietro ai processi e quindi la capacità consulenziale degli esperti al quale ci si rivolge.

 

Iws Consulting nel 2013 nasce come System Integrator, per arrivare alla sua evoluzione di oggi nel quale cerca di coprire i maggiori campi della trasformazione digitale che sta attraversando il nostro Paese.

 

Oggi sono qui per presentarvi il Cfs- Content Flow Service by Arxivar: un innovativo framework multidimensionale, multitecnologico e dinamico nato grazie alla natura di System Integrator di Iws nonché alle capacità di sviluppo associate al prodotto Arxivar realizzato da Abletech che già si fa apprezzare in vari settori e in diverse aree. E’ l’evoluzione di Tecnologia e Business.

 

L’evoluzione della “Gestione della corrispondenza” integrata all’analisi dei processi. Non meno importante all’interno del framework il Records Management Layer: anello di congiunzione che si innesta in tutti gli interventi e progetti che riguardano il sistema documentale, configurandosi come un prodotto modulare a sé stante. Il CFS rappresenta lo strato semantico evolutivo, metodologico ed aggiornato all’ultima normativa. Non è un documentale è framework di analisi metadati, dati e processi documentali.

 

Il caso di successo che ci vede protagonisti è quello dedicato ad una importante azienda del settore building internazionale, che aveva necessità di adattare flussi di approvvigionamento su più cantieri, ordini d’integrazione con il gestionale, il tutto attraverso un protocollo informatico che non diventasse lui stesso il fulcro del sistema ed un contenitore documentale, ma fosse visto come un processo in grado di adattarsi alle diverse situazioni merceologiche.

Con Cfs siamo riusciti ad adattare un modulo del nostro record management Layer alle esigenze sopra descritte interfacciandosi con la nostra analisi allo strato Arxivar Next potendo considerare l’integrazione con i sistemi alimentanti e riceventi un di cui dell’intero sistema. Adesso siamo già proiettati a delle idee di sviluppo di Arxivar Next”.

Milano, Smau, 25/10/2017

 

 

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Redazione 26 Ottobre 2017 0 Comments